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L’obiettivo principale dell’Attività fisica adattata è quello di mantenere e migliorare lo stato di salute delle persone, prevenendo eventuali peggioramenti legati alla sedentarietà e alla presenza di particolari patologie invalidanti.

L’attività fisica non può fermare il processo d’invecchiamento biologico, ma ci sono prove che l’esercizio fisico regolare può ridurre al minimo gli effetti fisiologici di una vita sedentaria e aumentare l’aspettativa di vita, limitando lo sviluppo e la progressione di malattie croniche e invalidanti (Nelson, 2007).

Ogni adulto e anziano dovrebbe superare la quantità minima raccomandata di attività, che consiste in 30 minuti di attività fisica moderata/intensa per la maggior parte dei giorni della settimana (almeno 5 giorni).

L’attività dovrebbe basarsi su un programma comprendente: esercizi ad intensità moderata per quanto riguarda la capacità aerobica con aumento delle attività che mantengano o migliorino la flessibilità, esercizi di equilibrio ed esercizi di potenziamento muscolare.

 

Attraverso l’Attività Fisica Adattata si può fare prevenzione secondaria e terziaria, la quale risulta molto importante per prevenire gli esiti più complessi ed invalidanti, la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali conseguenti ad uno stato patologico o disfunzionale ed il miglior reinserimento del malato nel contesto familiare e sociale, con il fine di migliorarne la qualità di vita.

L’AFA è un’attività di benessere per la salute che migliora il benessere psicofisico della persona, attraverso il miglioramento dell’apparato osteomioarticolare, riduce i fattori di rischio, previene le complicanze legate all’immobilità e al decondizionamento, migliora l’affaticabilità, previene l’insorgere di altre malattie correlate e aumenta la socializzazione.

Questo tipo di Attività si rivolge a tutte le persone con patologie neurodegenerative e non quali ad esempio post-ictus, diabetici, oncologici, alzheimer, parkinson, sclerosi multipla.

A tal proposito questa è la testimonianza di un’allieva:

“Sono Moira e da 27 anni convivo con una malattia rara la Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demielinizzante (CIDP) che causa, oltre a problemi di equilibrio, perdita di sensibilità ed affaticamento costante agli arti inferiori e superiori. Mi sono avvicinata all’attività fisica adattata spinta da un’amica, iper sportiva, che mi ha spronato a trovare il modo per fare attività fisica pur nelle limitazioni della mia patologia. Così una domenica mattina sono andata ad una presentazione in cui si spiegava che cos’era l’attività fisica adattata. Obiettivamente sentivo che, con il passare del tempo, il mio fisico era sempre più rigido e la resistenza, anche solo nel passeggiare, era sempre più scarsa. Essendo ancora abbastanza giovane, pur sapendo i limiti della mia malattia, la cosa mi preoccupava ed in me era costante il pensiero che progressivamente mi sarei mossa sempre meno. Spinta da tutti questi pensieri e favorevolmente colpita della presentazione a cui ero andata ho deciso di iscrivermi ad un corso di attività fisica adattata. Volevo capire se stimolato in modo adeguato il mio fisico rispondeva e se recuperavo capacità fisiche. Inizialmente mi sembrava tutto difficilissimo e quasi impossibile… poi pian piano, spronata anche dalla mia insegnante, e attraverso esercizi mirati e tarati sulle mie possibilità, ho iniziato a vedere dei risultati. Più resistenza nel camminare per tragitti più lunghi e maggior forza nelle gambe. Questi risultati mi hanno spinta a continuare perché ho capito che il mio fisico risponde e c’è margine di miglioramento. Ora è da più di un anno che faccio attività fisica adattata in palestra e proseguo gli esercizi a casa e mi sento più sciolta e con più forza ovviamente sempre nei limiti della malattia. Purtroppo ci sono state delle battute d’arresto; delle ricadute che mi hanno costretta a fermarmi ed a ripartire ma ogni volta sono riuscita pian piano a recuperare. Con il senno di poi mi pento di non aver iniziato prima, magari avrei potuto ottenere dei risultati ancora migliori.”

Dove mi potete trovare con questa attività?

Presso H3OM-Officina del Benessere e Salute

“ Se esistesse un farmaco in grado di dare gli effetti benefici dell’esercizio fisico, sarebbe il medicinale più prescritto al mondo”  (Organizzazione mondiale della sanità, 2008)

Anna Silvia Perin, Dottoressa Magistrale in Scienze Motorie Preventive ed Adattate Specialista dell’esercizio

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    Admin H3Om

    pubblicato il:

    Agosto
    26
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